Edifici verdi: almeno in classe D entro il 2033. Il Parlamento UE approva la nuova direttiva

26 / 05 / 23

Gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, mentre tutti i nuovi edifici costruiti a partire dal 2028 dovranno essere a emissioni zero. Da sempre lo Studio Crema è al vostro fianco per supportare le attività tecniche necessarie e più adatte al vostro condominio, oltre ad analizzare ed applicare le deroghe cha saranno determinate dallo stato..

Il Parlamento UE ha approvato la nuova direttiva che mira a raggiungere l’obiettivo di edifici a impatto zero entro il 2050. Tuttavia, il testo definitivo è ancora lontano: sarà necessario il passaggio al Trilogo, ovvero il negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio, e successivamente ogni Paese dovrà recepire la direttiva. Di seguito, un’analisi delle previsioni e dei possibili impatti sugli immobili italiani.

I nuovi edifici costruiti a partire dal 2028 dovranno essere a emissioni zero e, a partire dal 2026, lo stesso vale per i nuovi edifici pubblici o di proprietà di enti pubblici. A partire dal 2028, i nuovi edifici dovranno essere dotati di tecnologie solari, a condizione che ciò sia tecnicamente funzionale ed economicamente fattibile. Entro il 2032, i nuovi requisiti di emissioni dovrebbero riguardare anche gli edifici residenziali esistenti, solo nel caso in cui siano sottoposti a ristrutturazioni importanti.

La Direttiva sul rendimento energetico (EPBD) appena approvata dal Parlamento europeo punta ad aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici energeticamente inefficienti e a migliorare le informazioni sulle prestazioni energetiche, stabilendo nuovi parametri anche per la classificazione energetica degli edifici.

L’approvazione di questa direttiva non implica necessariamente l’obbligo di ristrutturare casa per adeguarla alle nuove direttive UE. Infatti, ogni Stato membro potrà stabilire un piano nazionale di ristrutturazione adattandolo alle esigenze del singolo paese. Siamo quindi ancora lontani dal testo definitivo e molte sono le possibilità di deroga per i singoli paesi.

La direttiva prevede anche specifiche eccezioni per gli edifici di pregio artistico, storico, di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati. Gli Stati potranno chiedere alla Commissione europea di valutare deroghe che tengano conto delle particolarità del patrimonio immobiliare di ciascun Paese, di problemi tecnici, della mancanza dei materiali o dei costi eccessivi per i lavori.

La Direttiva prevede l’unificazione delle classificazioni energetiche nei diversi Paesi europei, il che potrebbe rendere gli interventi modificativi richiesti dalla legge meno onerosi rispetto a quanto ipotizzato sulla base dei parametri di classificazione attualmente adottati in Italia.

Per comprendere l’impatto reale di questa disposizione, è importante notare che, attualmente, ogni Stato membro ha una propria classificazione energetica diversa da quella degli altri Stati. Di conseguenza, i requisiti per raggiungere la classe D in Italia sono diversi da quelli necessari per raggiungere la stessa classe in un altro Stato membro.

La certificazione energetica di un edificio, tecnicamente chiamata APE, è un documento fondamentale da presentare al momento dell’acquisto o della vendita di una casa. La certificazione energetica fornisce informazioni dettagliate su come un edificio è stato costruito in termini di isolamento termico e consumo energetico.

La Commissione ha definito una roadmap per migliorare l’efficienza energetica degli edifici nelle classi inferiori. Gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Gli edifici non residenziali o pubblici dovranno raggiungere le stesse classi entro il 2027 e il 2030, rispettivamente.

Ogni Stato membro potrà identificare e comunicare eventuali problemi tecnici che possano impedire il miglioramento della classe energetica di un immobile. In questi casi, sarà possibile raggiungere un livello “tecnicamente possibile”, anche se inferiore a quello stabilito dalla direttiva.

Sarà compito dell’Italia decidere “casa per casa” e stabilire regolamentazioni nazionali per edifici sempre più sostenibili. Ad esempio, ogni Stato dovrà lavorare ulteriormente per affinare gli standard minimi in edilizia, tenendo conto delle diverse esigenze climatiche e geografiche.

Gli obiettivi ambiziosi richiederanno la revisione di tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali, nonché la pianificazione e i tempi certi fin da subito. Le nuove prescrizioni avranno un impatto sia sugli edifici di nuova costruzione che su quelli esistenti.

Infine, l’edificio diventa un sistema integrato con la sostenibilità ambientale, implicando, ad esempio, la presenza di punti di ricarica per auto elettriche nei condomini e sistemi intelligenti per la gestione dell’energia elettrica e termica.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2050, è essenziale che gli incentivi siano facilmente accessibili e che i proprietari possano vendere e affittare gli immobili presentando la certificazione dello stato di fatto. Il mercato valorizzerà gli edifici con classe energetica adeguata, penalizzando quelli meno efficienti.

È fondamentale definire tempi e modalità chiare sia a livello UE che in Italia, procedendo con una strategia chiara e senza proroghe all’ultimo minuto o continui cambiamenti regolatori tecnici e fiscali. Solo così sarà possibile affrontare questa sfida coinvolgendo i cittadini e migliorando il nostro paese.

La direttiva europea è un passo importante verso la creazione di un’Europa più verde e sostenibile, con edifici energeticamente efficienti che riducono l’impatto ambientale. Tuttavia, per garantire il successo di questo ambizioso piano, è necessario un impegno congiunto da parte dei governi, delle imprese e dei cittadini.

Per sostenere l’adeguamento alle nuove direttive, sarà fondamentale implementare incentivi economici, come detrazioni fiscali e finanziamenti a tasso agevolato, per facilitare la transizione verso edifici più efficienti dal punto di vista energetico. La formazione di professionisti qualificati nel settore delle ristrutturazioni energetiche e l’innovazione tecnologica saranno altrettanto importanti per raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Inoltre, sarà cruciale promuovere la consapevolezza tra i cittadini riguardo ai benefici delle ristrutturazioni energetiche e dell’uso di energie rinnovabili. Una maggiore consapevolezza contribuirà a creare una domanda per edifici sostenibili, incoraggiando ulteriormente il mercato a investire in soluzioni innovative.

Infine, è importante che i governi lavorino insieme per garantire un’armonizzazione delle politiche e delle pratiche in tutta l’UE, al fine di creare un contesto normativo uniforme e favorevole per l’industria dell’edilizia sostenibile.

In sintesi, l’adozione della nuova direttiva europea è un passo significativo verso un futuro più verde e sostenibile per l’Europa. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla collaborazione tra governi, imprese e cittadini, nonché dall’implementazione di politiche e incentivi adeguati per sostenere la transizione verso un settore edilizio più efficiente dal punto di vista energetico.