Molte città italiane hanno registrato temperature superiori alla media nel mese di marzo, sebbene i meteorologi prevedano ancora giornate di freddo e pioggia. Dopo un inverno relativamente mite, in cui molti italiani hanno cercato di risparmiare sul riscaldamento a causa dell’aumento dei costi energetici, sorge la domanda riguardo la data ufficiale di spegnimento dei termosifoni.
La data di spegnimento del riscaldamento è stabilita dalla legge e varia a seconda dell’area geografica: nelle regioni più fredde, i termosifoni rimangono accesi più a lungo rispetto alle isole e alle città del sud.
Per il 2023, il riscaldamento verrà spento in quasi tutta Italia il martedì 7 aprile, una settimana prima rispetto all’anno precedente (quando la maggior parte delle zone ha spento il riscaldamento il 15 aprile). A partire da questa data, i caloriferi non potranno più essere accesi nelle abitazioni, nei condomini, nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle aziende private, a meno che i sindaci non dispongano diversamente.
Il Decreto n. 412 del 1993 stabilisce quando spegnere il riscaldamento, suddividendo l’Italia in zone, ovvero fasce climatiche con diverse date di accensione e spegnimento. Tuttavia, in caso di temperature estreme, le amministrazioni locali possono adottare misure eccezionali.
Le date di spegnimento del riscaldamento variano nelle diverse zone italiane. Ad esempio, a Torino, Milano, Alessandria, Lecco, Arezzo, L’Aquila, Trieste, Ravenna, Vercelli, Treviso, Rovigo, Modena, Parma, Gorizia, Perugia, Bologna e in altri comuni appartenenti alla zona E, i termosifoni verranno spenti il 7 aprile.
Invece, a Napoli, Caserta, Salerno, Imperia, Taranto, Cagliari e nei comuni della zona C Adriatica-Settentrionale, il riscaldamento sarà in funzione dal 15 novembre al 23 marzo. Nella zona B Tirrenica, che comprende Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria e Catania, il riscaldamento sarà acceso dall’1 dicembre al 23 marzo. Nella zona A Sud-Orientale e Isole, che include Linosa, Lampedusa e Porto Empedocle, le date sono dall’1 dicembre al 7 marzo.
Per quanto riguarda la zona D, che comprende i comuni appenninici come Roma, Genova, Savona, Pisa, Avellino, La Spezia, Macerata, Forlì, Siena, Trani, Chieti, Teramo e Livorno, i termosifoni saranno accesi dall’1 novembre al 7 aprile.
Infine, non ci sono date fisse per la zona F dei comuni alpini (come Cuneo, Trento e Belluno), dove, a causa delle basse temperature, i termosifoni possono essere accesi in qualsiasi giorno dell’anno.
Nei comuni alpini, il riscaldamento in case, condomini, scuole e uffici può essere acceso senza limitazioni, poiché le temperature possono scendere drasticamente anche durante l’estate, rendendo necessario l’utilizzo dei termosifoni oltre la data di spegnimento prevista.
Tuttavia, anche nelle aree in cui sono in vigore date precise, i sindaci possono ordinare l’accensione straordinaria del riscaldamento in caso di condizioni climatiche avverse. Le ordinanze locali possono anche modificare il numero massimo di ore consentite per l’accensione dei termosifoni, che sono:
- 6 ore nella zona A Sud-Orientale e delle Isole;
- 8 ore nella zona B Tirrenica;
- 10 ore nella zona C Adriatica Settentrionale;
- 12 ore nella zona D Appenninica;
- 14 ore nella zona E Padana;
- senza limitazioni nella zona F Alpina.
In conclusione, la data di spegnimento del riscaldamento varia in base alla zona climatica e alle disposizioni locali. È importante prestare attenzione alle date stabilite e alle eventuali eccezioni che possono essere concesse dalle amministrazioni locali in caso di condizioni meteorologiche avverse.